Guardiola ha rovinato il calcio?
Per chi e perché uno dei più grandi tecnici della storia avrebbe rovinato il calcio.
Pep Guardiola - foto di Steffen Prößdorf - CC BY-SA 4.0 - Tratta da Wikimedia Commons
RdG #04
Domenica mattina: è quasi ora dell’aperitivo quindi è tempo di rettangolo di gioco, la newsletter da leggere comodamente seduti al bar, mentre sorseggiate il vostro crodino e siete inesorabilmente in preda alla dipendenza da arachidi salati.
Buona lettura (spero) e soprattutto buona domenica!
Non so che rapporto abbiate con il Natale e con i suoi riti: siete di quelli che bramano l’arrivo del 7 gennaio? O appartenete alla categoria di quelli che vanno in giro con il pigiama della renna Rudolph?
Se siete tra questi ultimi molto probabilmente a partire dall’8 dicembre di ogni anno - ma per i più estremisti diciamo pure da novembre - vi dedicate alla visione dei classici film natalizi. Prìncipi e principesse di regni di difficile collocazione nel mappamondo e nello scacchiere internazionale di alleanze diplomatiche, innamoramenti più o meno difficoltosi, lo spirito natalizio che pervade il protagonista all’improvviso, svoltando la sua esistenza. Il refrain è più o meno sempre lo stesso. Forse vi sarete imbattuti anche in 100 volte Natale, un film in cui il protagonista, Pete, rivive ogni giorno la mattina di Natale, sempre uguale.
All’indomani dell’intervista rilasciata da Fabio Capello a El Mundo in cui ha dichiarato che "ha causato danni enormi al calcio”, Pep Guardiola si sarà probabilmente sentito come il povero Pete. “O no! Di nuovo?!?”
Quante volte, negli ultimi anni, il tecnico di Santpedor ha dovuto rivivere la sua “mattina di Natale”?
Ho provato a ricostruirle tutte, anche se sono abbastanza sicuro di non esserci riuscito compiutamente (vuoi che non mi sia sfuggita almeno una dichiarazione di un tecnico delle Isole Vanuatu?), partendo proprio dalle parole di Don Fabio Capello.
Il 6 marzo 2025 il quotidiano El Mundo pubblica un'intervista con l’ex tecnico del Real Madrid. Si parla di Milan, Raul, Galacticos, Ronaldo il fenomeno, vittorie. Poi sul pallone d’oro di Rodri e, quindi, di Guardiola. “Non sei mai stato un grande fan di Guardiola. Ti stai divertendo in questo autunno?” chiede l’intervistatore. “No, no, per niente. Apprezzo molto anche Guardiola come allenatore: ha fatto cose meravigliose. Ho vissuto tre rivoluzioni nel calcio, una ogni 20 anni circa: l'Ajax di Cruijff, il Milan di Sacchi e il Barcellona di Guardiola. Non ho alcun problema a dirlo” risponde Don Fabio, anticipando la risposta con una risata, come tiene a precisare il giornalista.
Poi serra la mascella, si fa più serio, suppongo, e viene al dunque: “Non abbiamo discusso di nulla. Venne per spiegarmi come fare il mio lavoro e io risposi: "Comincia a correre e poi parla”. Stava camminando per la campagna e non avevo intenzione di farlo uscire prima di persone che avevano molte più cose di lui. Senza ulteriori indugi. Qui finisce il dibattito. Sai cosa non mi piace di Guardiola? La sua arroganza. La Champions League vinta con il City è stata l'unica in cui non ha tentato nulla di insolito nelle partite decisive. Ma ogni due anni, a Manchester e a Monaco, nei giorni chiave ho sempre voluto essere il protagonista. Ha cambiato le cose e ha inventato cose per poter dire: "Non vincono i giocatori, vinco io". E questa arroganza gli è costata diverse Champions League. Lo rispetto, ma lo vedo chiaramente. Inoltre, anche se non è più colpa sua, ha causato danni enormi al calcio”.
Poi spiega: “Perché tutti hanno passato 10 anni a cercare di copiarlo. Ciò ha rovinato il calcio italiano, che ha perso la sua natura. Ho detto: "Basta, non avete i giocatori di Guardiola!" Inoltre, venne imposta l'assurda idea che suonare bene fosse solo questo. Tocca, tocca, tocca, tocca, tocca, tocca, tocca, tocca... Ora nel calcio italiano il portiere gioca la palla! Un disastro e anche una noia che ha allontanato molte persone dal calcio; ora devono solo guardare i momenti salienti . Perché dovresti guardare 90 minuti di passaggi orizzontali senza combattere, senza correre...? Fortunatamente, il calcio sta cambiando. La Spagna ha cambiato le cose, innanzitutto vincendo l'Europeo con due esterni e giocando velocemente”.
"Non è la prima volta che il signor Fabio Capello dice questo. Non sono abbastanza bravo per vincere il calcio italiano. Il calcio italiano è molto, molto più importante del modo in cui lo fai. Un grande abbraccio da Fabio. Un grande abbraccio" ha replicato il catalano.
Ė la classica risposta di Guardiola: ironico, diplomatico, umile ma in maniera palesemente eccessiva, forzata, oserei dire paradossale.
“Ascolto tutto quello che la gente dice di me”, ha affermato.
Vediamo allora cosa ha ascoltato in questi anni.
Roberto Ayala è un ex difensore argentino del Valencia e della nazionale del suo paese. A febbraio 2017, intervistato dal giornale La Nacion afferma che “Il Barcellona di Guardiola è la squadra migliore che abbia mai visto in vita mia, ma in un certo senso ha danneggiato il calcio". Come sarebbe? “Adesso molti difensori vogliono giocare la palla come se fossero a Barcellona, e non ci riescono. Non sono centrocampisti centrali”, spiega.
8 novembre 2017. La nazionale italiana sta per prendere il volo per Stoccolma per la gara di andata dei playoff che decideranno chi, tra Svezia e Italia, andrà al mondiale russo dell’anno successivo. Ė l’occasione per Giorgio Chiellini di fare una riflessione sulla selezione italiana: “il guardiolismo ha rovinato un po' tanti difensori italiani. Ora i difensori sanno impostare, si allargano tutti per giocare, e non c'è un difensore che marca. Purtroppo è così, quando sono arrivato io a fare il difensore, ma anche i primi anni, si facevano esercitazioni per marcare, per sentire l'uomo sui cross. Ormai sui cross non c'è un difensore italiano che sente l'uomo e lo marca. Quello è un peccato grave perchè poi si perde un po' il Dna e le caratteristiche che volenti o nolenti ci hanno portato ad eccellere nel mondo”.
Come noto, a Stoccolma finisce 1 a 0 per la Svezia: Barzagli, Bonucci e Chiellini, che assieme hanno dato vita alla celebre BBC, offuscati dal guardiolismo, non riescono a marcare Johansson che segna il gol della vittoria e che, considerato lo 0 a 0 del ritorno (un bel ritorno alle caratteristiche che hanno portato a eccellere nel mondo), spedisce a Mosca la selezione svedese.
Il 7 febbraio 2018, Chiellini, che ha preso seriamente a cuore la sua personalissima crociata contro il guardiolismo, torna sull’argomento: “È sicuramente un allenatore fantastico con una mente fantastica, ma gli allenatori italiani hanno provato a copiarlo, senza le stesse conoscenze e negli ultimi dieci anni abbiamo perso davvero la nostra identità. Abbiamo perso l’identità dei Maldini, Baresi, Cannavaro, Nesta, Bergomi, Gentile, Scirea. Tra il 1984 e il 1995, il migliore è Leonardo Bonucci. In dieci anni, non siamo riusciti a lanciare un buon difensore. Spero che adesso ricominceremo e rilanceremo il calcio italiano. Il mancato arrivo al Mondiale è la prova tangibile del nostro problema”.
Cosa direbbe oggi? Ce l’avrà ancora con il guardiolismo o avrà trovato una sua pace interiore?
“Esteban Oscar Fuertes è un ex calciatore e attuale allenatore di calcio argentino , di ruolo attaccante . Attualmente è senza squadra, dopo aver diretto cinque partite ad interim al Colón nel 2018, in seguito alle dimissioni di Eduardo Domínguez” , recita la pagina a lui dedicata della wikipedia in lingua spagnola.
Nel 2021, il nostro, nel frattempo collaboratore di ESPN, tuona: “Guardiola non ha reinventato il calcio, ma ha imposto uno stile. Ha fatto giocare le squadre come voleva lui perché aveva quei giocatori. Tuttavia, oggi ci sono allenatori che vogliono far giocare le loro squadre con un certo stile come quello di Guardiola, e non possono perché non hanno gli stessi giocatori”. La settimana prima, siamo al 21 aprile, aveva dichiarato, solenne: “ha distrutto il calcio”.
Il 16 marzo 2022 la rivista online Juventusnews24.com pubblica un’intervista con Hernanes. Proprio lui, l’ex centrocampista della Juve ma soprattutto della Lazio, dove ha vissuto gli anni migliori della sua carriera. Soprannome epico, importante, da cui deriva un certo grado di responsabilità (come da tutti i poteri) e di autorevolezza. Vi ricordate la scena del brasiliano dentro la sua autovettura, in procinto di lasciare la capitale, con il tifoso che lo implora, in un momento di commozione generale: “Nun te annà, Profè!”?
Dalle colonne di juventusnews24.com, il Profeta lancia il suo anatema: “L’ho sempre pensato però non l’ho mai detto - inizia, facendo intendere che stanno per arrivare parole importanti, di quelle che scandiscono un prima e un dopo, del resto è il Profeta non a caso - con tutto il rispetto per quello che ha fatto, parlando con gli amici dico che Guardiola ha rovinato il calcio. Ha fatto una roba allucinante con il Barcellona: la squadra era perfetta, con tutti i giocatori adatti. Dani Alves, Xavi, Iniesta, Messi. Tutti vogliono imitare Guardiola ora: correggo la mia frase, non è lui che ha rovinato il calcio ma la voglia degli altri di imitarlo. Non hai i giocatori adatti per giocare sempre in quella maniera e vincere, la cosa che conta. Sono come Allegri, per me l’importante è vincere, anche non giocando bene”.
Il 2022 è per Lionel Messi l’anno della più grande vittoria della sua vita: il tanto agognato Mondiale con la sua nazionale. Per Guardiola è l’anno del fuoco amico.
In una chiacchierata con Movistar plus, la Pulce, proprio lui, dice, sorridendo “Guardiola ha fatto molto male al calcio. Sembrava così semplice che tutti volevano copiarlo”.
Tu quoque, Brute, fili mi!
Eziolino Capuano è uno dei tanti allenatori che popolano le categorie professionistiche inferiori del calcio italiano. E’ oggettivamente un personaggio un po sui generis, ma come tanti ce ne sono nel sottobosco del calcio tricolore, dove ti devi costantemente confrontare con squadre sull’orlo della bancarotta, stipendi che non arrivano, ultras che chiedono incontri senza recapitare convocazioni nei termini di legge e con modi quantomeno un po’ spicci. Insomma non è gente che se la passa benissimo, uno sfogo ogni tanto si può umanamente comprendere.
Il 28 gennaio 2025 appare questo comunicato stampa sul sito istituzionale del Trapani: “La società FC Trapani 1905 comunica di aver sollevato dall’incarico per giusta causa mister Ezio Capuano. Ciò a seguito delle irriguardose condotte e delle gravi offese rivolte all’intero gruppo squadra, che ha chiesto all’unanimità l’esonero del tecnico granata”.
A fine 2022, all’indomani della vittoria del Mondiale qatariota da parte dell’Argentina, viene intervistato da Mowmag che lo descrive così: “Ezio “Eziolino” Capuano. Classe 1965, allena da sempre (dal 1985!). Di lui si è detto di tutto o quasi – se ne è occupata anche “Striscia la notizia”, nel 2015, dopo la celebre sfuriata ad Arezzo. Lo hanno soprannominato (si narra che si sia soprannominato, in realtà) “Mini One”. Lui, tra una salvezza e una promozione, gira lo Stivale (meglio il centro-sud del nord) armato di idee, principi e attributi. Un Don Chisciotte che oggi allena il Taranto in serie C (e in poco più di una stagione è riuscito a far lievitare il pubblico dello stadio Iacovone da 300 a 12 mila spettatori, rispettando la promessa di avere la curva piena che aveva fatto su MOW un anno fa) e che in quasi quarant'anni di panchine ha spesso sfidato i suoi presidenti e il bon ton del calcio dei grandi numeri”.
C’è tutto affinché il Mini one possa dire la sua su Guardiola, sfidando il bon ton dei suoi numeri: “Guardiola ha rovinato il calcio, altroché. O meglio, il guardiolismo. Capita che vai a seguire una partita di prima categoria e vedi giocatori che passano metà della partita a palleggiare. L’allenatore è un cuoco: se ha a disposizione gli ingredienti per fare le lasagne, che faccia le lasagne. Ma se ha solo pasta e fagioli, cosa fa? Prova ancora a fare le lasagne?”
Lasciamoci alle spalle il 2022, un anno oggettivamente complesso.
6 luglio 2023, Talksport. Ospite nientemeno che Bastian Schweinsteiger. Anche solo pensare di scrivere brevemente chi è, dove ha giocato e cosa ha vinto sarebbe semplicemente irrispettoso."Penso che ci siano stati molti cambiamenti. Sai, quando Pep Guardiola è entrato nel Bayern Monaco quando è arrivato nel paese, tutti credevano che dovessimo giocare questo tipo di calcio, come passaggi corti e tutto il resto. Stavamo in un certo senso perdendo i nostri valori, sai. Penso che la maggior parte degli altri paesi guardasse alla Germania come a un combattente e noi possiamo correre fino alla fine e tutto il resto. I punti di forza, negli ultimi sette, otto anni, li abbiamo dimenticati. Ci siamo concentrati di più sul passarci la palla in modo corretto e questo è uno dei motivi".
Tim Howard è un ex portiere statunitense, uno dei migliori giocatori della storia del suo paese, che ha difeso in passato i pali del Manchester United, quando vestirne la maglia non produceva sui giocatori di calcio gli effetti che la criptonite provoca a Superman.
E’ un curriculum più che sufficiente per intervenire sul dibattito che agita le notti degli addetti al settore: gli effetti di Guardiola sul calcio.
Dallo show “It’s called Soccer” l’attuale ambasciatore dell’Everton nel mondo prende una posizione netta: “Pep Guardiola ha rovinato il calcio in ogni senso. Ha insegnato a tutti che possono giocare in quel modo, ma non è vero. Solo tre squadre al mondo possono farlo bene. A volte bisogna essere più pragmatici”.
Il pragmatismo quale cura del guardiolismo. Immaginatevi dal medico: “Dottore, mi piace la costruzione dal basso, cosa posso fare? Assumi queste pastiglie di pragmatismo due volte al giorno lontano dai pasti”.
Luca Toni è stato un centravanti che dava l’idea, al suo apice, di segnare anche quando non voleva farlo. Lui con quelle sue movenze un po’ strane, indecifrabili, che ti lasciavano sempre il dubbio se fosse goffo o cos’altro, sembrava non poter essere realmente in grado di fare tutti quei gol. Ma quando la palla finiva nella sua zona di influenza, pochi istanti dopo era in fondo alla rete. Ed era un momento che tutti aspettavamo, sia chiaro, non fosse altro per vederlo esibirsi in una delle più belle esultanze degli ultimi 30 anni. Uno a cui hanno dedicato “Luca Toni maccheroni, peperoni, tu sei per me il numero uno” o qualcosa di simile, durante il suo periodo in Germania, non nasce tutti i giorni.
A ottobre 2024 Toni pubblica sul suo profilo instagram. E’ allegro, sembra avvinazzato, dobbiamo essere molto chiari su questo. La camera, a un certo punto, inquadra proprio lui, l’uomo che ha distrutto il calcio. Sono a cena assieme ma il centravanti non le manda comunque a dire “il falso nove… hai rovinato il calcio… io non ho trovato più squadra per quattro anni”.
Ma che importa! “cannelloni, Luca Toni, peperoni, Luca sei per me, il numero uno!”
Dopo il fuoco amico di Messi, Toni, cosa potrà importare al povero Pep?
Novembre 2024, dal podcast in cui interviene con il compagno Rio Ferdinand, Patrice Evra, il mattacchione Zio Pat, lui, ma anche quel terzino fenomenale dello United di Ferguson, l’ultimo non solo vincente ma anche semplicemente dignitoso, afferma “Penso che Guardiola sia uno dei migliori allenatori, ma Guardiola ha ucciso il gioco. E quando lo dico, la gente penserà che è per United e City. No, è perché ora abbiamo i robot. Giocatori dell'Academy, tutti vogliono giocare come Guardiola. Il portiere deve essere un numero 10. Un difensore deve saper fare tackle, mettere la testa dentro, questo genere di cose. Ora tutti vogliono giocare in modo incredibile. Questo tiki-taka, solo Guardiola può farlo. Perché tutti copiano Guardiola? Non abbiamo creatività. Non abbiamo più genio. Non vedrete mai più un giocatore come Ronaldinho o Hazard. Perché, quando è giovane, quegli allenatori gli diranno 'se non passi la palla, ti metto in panchina'".
Quindi, alla fine, voi che idea vi siete fatti? Guardiola ha rovinato il calcio?
Avanti il prossimo.
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